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martedì 15 luglio 2014

I libri da mettere in valigia, consigli


Non credo esista un genere particolarmente indicato da consigliare per le vacanze, né che le letture estive debbano essere per forza leggere e/o poco impegnate, semplicemente vi consiglierò dei libri che mi piacciono, sperando di fare cosa gradita pure a voi.

Personalmente, oltre ai libri che metto in valigia, adoro esplorare le librerie locali. Sono un’inguaribile romantica e mi piace ricordare che quel determinato libro l’ho acquistato e letto lì. . .Mi piace legare il ricordo del luogo ai libri, come se fossero la colonna sonora della mia vacanza.





Accanto ai libri che vi consiglio troverete un breve commento e il link alla recensione (mia) oppure l’incipit (o un estratto)




VACANZE IN GIALLO
Sellerio editore
2014


suspance e divertimento, la migliore fra le migliori raccolte di gialli. Recensione: clicca  qui










PISTA NERA
Sellerio editore
2013

 c’è scritto da qualche parte che le letture estive devono essere ambientate per forza d’estate? No! Questo romanzo si svolge in una località di vacanza (Champoluc) ma d’inverno. Leggetelo, perché vi innamorerete, come me, del commissario, anzi no, vice questore Rocco Schiavone. 
Recensione: clicca qui










MASCHIO BIANCO ETERO
Einaudi Stile libero
2014

 Consigliatomi dal libraio della libreria Aubert di Aosta, mi disse: “Se ti piace Bukowski ti piacerà anche questo” ed è stato proprio così Kennedy, ovvero Niven, mi ha conquistata. 
Recensione: clicca  qui









E L’ECO RISPOSE
Piemme
2013

 una lettura commovente, una scrittura, quella di Khaled Hosseini che è pura poesia. 
Recensione: clicca  qui













ARGENTO VIVO
Sellerio editore
2013

 un giallo senza morto e senza i vecchietti del bar lume, ma è comunque divertente,  se vi piace lo stile di Marco Malvaldi, pieno di battutine argute, di giochi di parole, di colpi di scena. 
Recensione: clicca  qui











FIGURACCE
a cura di Niccolò Ammaniti
Einaudi Stile Libero
2014

fresco fresco arrivo in libreria. Lo sto leggendo anche io, è una raccolta di racconti a cura di Niccolò Ammaniti, nella quale otto scrittori narrano le loro peggiori (o migliori) gaffes. Non ho iniziato a leggerlo in ordine (non lo faccio mai con le raccolte di racconti) ma ho iniziato dal mio preferito, il mio idolo: Niccolò. L’ho sempre adorato, per la sua scrittura umana e vera, priva di finzioni e orpelli inutili  (che personalmente odio sia in chi scrive, sia in chi parla, sembra quasi che lo facciano apposta per mettere in difficoltà l’interlocutore, per farsi “fighi”… ma è meglio che mi fermi. . . ). Lo adoro per le emozioni che mi ha sempre suscitato, nelle viscere prima di tutto, rimanendomi poi i suoi romanzi, e suoi racconti, nel cuore. Qui però l’ho ritrovato in una veste nuova, di curatore della raccolta, ma non solo, il suo racconto mi ha fatta piegare in due dalle risate, e mi ha sorpresa! 
Incipit: 
"Ho un incubo ricorrente. 
Sono nello stadio Olimpico. Le curve e le tribune gremite di gente che aspetta un concerto di musica rock. Io mi trovo dietro le quinte, tra cavi e casse acustiche e mi domando cosa diavolo ci faccio lì.
Arriva un tipo basso, sempre lo stesso. Al collo ha appeso un pass con sù scritto "Milo Stangoni". Pizzetto da capra, capelli tinti nero corvino incollati al cranio, bermuda da cui escono i polpaccioni pelosi e scarpe da basket senza calze. Mi sorride e mi porge una meravigliosa chitarra elettrica verde pisello. . . 
- Vai. Dài, - mi spinge stringendo il pugno.
- Dove? - Chiedo io.
- E come dove? Lì, - mi indica il palco.
- E che devo fare?
- Come, che devi fare? Devi suonare.
Scuoto la testa mentre l'angoscia mi travolge. - Io? Mia io non so suonare. Non ho mai suonato in vita mia."



C’è uno scrittore che sto scoprendo io stessa, che ha una produzione letteraria sconfinata, rispetto alla sua breve vita (1911-1969) e che ha spaziato dal genere giallo, al nero, al rosa. Sto parlando di Giorgio Scerbanenco.  Recentemente è stato ripubblicato sia da Sellerio che da Garzanti.
Vi consiglio la lettura di una raccolta di racconti UCCIDERE PER AMORE e un giallo ambientato nella Milano degli anni 60 “I milanesi ammazzano al sabato”.
La scrittura di Scerbanenco è asciutta e lucida, come piace a me.



Uccidere per amore  (Sellerio 2013, sesta edizione), sono una serie di racconti gialli
aventi per protagoniste le donne e le loro passioni. In passato sono stati pubblicati dalle riviste femminili con cui lo scrittore collaborava o che dirigeva e sono una fusione originale di giallo e di rosa.
da "Una giovane sposa":
"Cara Bice non è la prima volta che litighiamo ma ora sono sicura che è l'ultima. Ci conosciamo fin da ragazze, quindi possiamo parlare senza tante storie. Tu hai forse solo un difetto, ma grandissimo: sei invidiosa. Ti ho perdonata tante volte questa debolezza perché capisco che una come te, senza bellezza e con pochi soldi, debba sentire invidia per l'amica che è bella e che ha quattrini, ma vi sono dei limiti e tu li hai superati".



“I milanesi ammazzano al sabato”  (Garzanti 1969- 1994) è la storia di un’indagine sulla scomparsa di una giovane ragazza di 27 anni, bellissima ingenua e con il cervello di una bambina. Proprio per questa sua debolezza mentale il padre la tiene rinchiusa in casa. Una mattina ne denuncia la scomparsa e ad indagare sarà Duca Lamberti, un ex medico, radiato dall’albo, che collabora con la polizia.  Accanto all’indagine si assiste, come sotto-storia, all’epilogo della vicenda di Lamberti.
Incipit:
"Duca Lamberti disse: "Sì" Non era un'interrogazione, era un'approvazione.
L'uomo anziano ma robusto, solido, largo, muscoloso, velloso, alle orecchie e alle sopracciglia, dall'altra parte del tavolo riprese allora a parlare. "Ogni volta che andavo al commissariato il commissario mi diceva: <Stia tranquillo che ritroviamo la sua bambina, abbia pazienza, sa, c'è tanto lavoro.> Io andavo una volta alla settimana al commissariato e il commissario mi ha risposto sempre la stessa cosa, che avrebbe ritrovato la mia bambina, ma sono passati cinque mesi e non l'hanno trovata, e io non vivo più. Brigadiere, per pietà me la ritrovi lei, se no, io non so cosa faccio."
Duca Lamberti non era brigadiere ma non lo corresse . . . "




Infine, last but not least, se avete un e- reader ( e così avrete risolto anche il problema dello spazio nella valigia) vi consiglio di dare un’occhiata al sito di una casa editrice nuova e molto promettente  i “Nativi digitali”. Io sto leggendo la raccolta di racconti (nove per la precisione) “Musica in lettere” .
Il fil rouge è la musica,  ciascun racconto è ispirato ad una canzone. Gli autori, molto preparati, sono autori o collaboratori Nativi Digitali e i racconti, per quello che ho letto fino ad adesso, sono di ottima qualità. Potete scaricarlo gratuitamente  qui



“Tutte le canzoni nascondono un mondo dentro di loro. Tutti i racconti
nascondono un mondo dentro di loro. Perché non far incontrare le due
cose? Questa, in sintesi, è l'idea dietro “Musica in... lettere!”.
Di canzoni che raccontano storie memorabili ce ne sono tantissime. Di
storie basate su canzoni, forse un po' meno. Eppure il potenziale
suggestivo, ancora prima che narrativo, di tanti brani è innegabile. Nella
vita di ognuno di noi ci sono canzoni “mitiche”, che associamo a ricordi,
luoghi, persone. Ecco, perché non trarre ispirazione da queste suggestioni
per scrivere dei racconti brevi, pungenti ma evocativi come del resto sono
le canzoni?”



Non mi resta che augurarvi buone vacanze e buone letture!

 Miriam Caputo © riproduzione riservata





Botero




immagini tratte dal web

giovedì 10 luglio 2014

"Vacanze in giallo" Sellerio editore




Vacanze in giallo
Giménez-Bartlett, Malvaldi, Manzini, Recami, Robecchi, Savatteri
Sellerio editore
2014
Collana : la memoria
p.  304


Le raccolte di racconti “a tema” edite da Sellerio sono sempre una garanzia di qualità, di piacevolezza nella lettura, oltre che una grafica fra le migliori in assoluto.
Devo riconoscere che fra tutte le raccolte questa è senz’altro quella di più alto livello, senza nulla togliere alle altre e, puntualizzando che è la mia opinione personale di lettrice. Prima di tutto perché i racconti mi sono piaciuti proprio tutti. Normalmente ce n’è sempre uno che piace meno degli altri, qui posso solo dire quello che mi è piaciuto di più. Potrei, anzi, perché non ve lo dirò, ma lo intuirete magari da quello che scriverò. Inoltre ciò che alza “la tacca” è l’aspetto emotivo delle narrazioni, che per me è un lato fondamentale, che richiedo in un qualsiasi racconto o libro.
Ed è proprio da questo punto di vista che ve ne parlerò, senza accennare alle trame, anche per non rovinarvi la sorpresa. Vi descriverò brevemente i racconti tramite le emozioni che mi hanno suscitato, cosa che peraltro faccio sempre nelle mie recensioni, dopo una breve descrizione della trama.
Li tratterò non nell’ordine in cui si trovano nel libro, ma nell’ordine in cui li ho letti io.
Posso infine dire che il libro è uscito esattamente una settimana fa, io ho aperto il pacchetto giovedì sera e l’ho terminato ieri: sei giorni, tenendo conto che nel frattempo, come è mia abitudine, ho letto anche altro, si può dire che l’ho divorato. E ciò è già di per sé positivo.


scattata immediatamente dopo l'apertura del pacco 
ph © Miriam Caputo



ANTONIO MANZINI “ROCCO VA IN VACANZA”- Geniale. Non ci sono aggettivi per descrivere meglio questo racconto, per come è scritto, con naturalezza di stile e verità, per il climax che crea in poche pagine, e poi per la storia stessa. Perché Rocco trova sempre una soluzione, Rocco è la soluzione. Io sono di parte, lo so, ma Rocco lo adoro, è stato un amore a prima vista e so di non essere la sola! Resto sempre fermamente convinta che Rocco sia l’uomo di cui la Giustizia italiana ha bisogno. Non dico se fossero tutti come Rocco, perché Rocco è unico, ma se ce ne fossero un po’, cento, mille, forse si potrebbe sconfiggere questo laido sistema di corruzione, assenza di meritocrazia e ingiustizia che c’è nel nostro paese. Rocco è un uomo che pare duro ma ha un gran cuore. Adesso mi devo fermare, ma andrei avanti per ore a tessere le lodi di Rocco.

MARCO MALVALDI “ARIA DI MONTAGNA” –Spassosi, i vecchietti del bar Lume (che però sono in vacanza) e spassoso il racconto. Leggere Marco Malvaldi è sempre un buon antidoto alla noia e alla malinconia, perché ha uno stile frizzante, arguto e divertente, leggero ma non superficiale. Infatti non mancano alcune frecciatine al sistema anche qui. Ricorda una certa commedia all’italiana, un cinema che non c’è più, ed è forse questa l’unica nota di nostalgia. Per il resto è fresco come l’aria di montagna, ma anche come l’aria di Pineta!

ALICIA GIMÉNEZ-BARTLETT “UNA VACANZA DI PETRA” (con traduzione di Maria De Nicola). Petra è un’altra delle mie eroine, e quindi sono di nuovo un po’ di parte. Anche l’autrice è una delle mie preferite per la sua capacità di dosare sapientemente leggerezza e profondità (direi che tutti gli autori di questa raccolta hanno questa capacità). In questo racconto tuttavia Petra è in una veste totalmente nuova! Lei, una donna così indipendente e così dedita al lavoro, non si trova con Fermin Garzon, ma si trova con i bambini (non i suoi, ci mancherebbe, quelli del marito) in un villaggio turistico. E ne esce un racconto gradevolissimo, ironico, anche avventuroso, perché con i bambini non si sa mai cosa possa capitare.

ALESSANDRO ROBECCHI- "IL TAVOLO" Ho conosciuto Alessandro Robecchi al Salone del Libro di Torino, dove presentava “Questa non è una canzone d’amore” e mi è rimasto simpatico da subito, e così è la sua scrittura. Non sapevo neanche cosa fosse “Il tavolo”, adesso lo so. L’autore è  molto bravo a descrivere l’aridità, la solitudine e la malinconia della Milano estiva, e anche in questo racconto viene celebrata l’inefficienza della burocrazia e della giustizia, perché il protagonista, derubato, dovrà arrangiarsi da solo.

FRANCESCO RECAMI- "GIALLO A MILANO (MARITTIMA)" I racconti di Recami sono sempre ricchi di equivoci e colpi di scena, e sono spesso un’odissea. Ricordo bene quello con “Elenoire” della raccolta “ferragosto in giallo” di un anno fa. Tuttavia il racconto di quest’anno l’ho trovato più divertente, sebbene sia sempre presente una nota di amarezza nel descrivere le difficoltà dei rapporti familiari e il modo in cui vengono trattati gli anziani. La casa di ringhiera, il condominio sono uno specchio della famiglia e dei suoi problemi. Qui non siamo nella casa di ringhiera, siamo al mare, ma i contrasti, l’incomunicabilità non sempre vanno in vacanza.

GAETANO SAVATTERI- IL LATO FRAGILE Non conoscevo questo scrittore e leggerlo è stato per me una piacevolissima scoperta. Rimedierò al più presto a questa lacuna, perché “Il lato fragile” mi ha colpita. In poche pagine viene descritto un mondo, dall’aeroporto Falcone e Borsellino, al mare della Sicilia, alle cassatine calde, alle vie di Palermo, al lato oscuro . . . E viene descritto il mondo interiore del personaggio, un gran bel personaggio. Sono sempre affascinata dai racconti che contengono verità. In uno stile poetico, nel senso di emozionante, vengono toccate due realtà a me molto care: la Sicilia e la legalità.

© Miriam Caputo

martedì 8 luglio 2014

Domani nella battaglia pensa a me_Javier Marías.


“Domani nella battaglia pensa a me” insieme a  “Un cuore così bianco”  e “Tutte le anime” fa parte della trilogia sentimentale di Javier Marías. Della trilogia ho letto solo questo libro e poi dello stesso autore ho letto “Gli innamoramenti”, che ha un taglio simile, di giallo psicologico.
Il titolo è tratto dal Riccardo III di Shakespeare, tuttavia la storia si svolge ai giorni nostri a Madrid. Victor, il protagonista, è invitato a cena da Marta, mentre il marito di lei è a Londra per lavoro. I due si conoscono appena. Marta è riuscita a mettere a letto suo figlio, il piccolo Edoardo. Marta e Victor stanno per fare l’amore quando lei improvvisamente si sente male e muore fra le braccia di Victor. 

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© Miriam Caputo, riproduzione riservata